Due fantasie rococò

Due disegni conservati presso il California College of Art di San Francisco, sono significativi esempi del giovanile interesse di Piranesi per la decorazione rococò. Tracciati di getto con inchiostro bruno e velocemente acquerellati, appartengono a quella fase giovanile nella quale, come ha scritto John Wilton-Ely, “Piranesi diviene maestro di uno stile grafico personale, confacente appieno al proprio temperamento”. [1]

Il primo disegno, di non facile lettura, è probabilmente il frammento di un foglio più grande sul quale Piranesi appuntò, con una sorta di “scrittura automatica”, idee senza apparente collegamento. Domina il foglio un groviglio in cui si fondono scudi, un’elsa di spada, una tromba, foglie accartocciate e fiori rocaille, al cui vertice stanno due piccole sirene alate. Sulla destra, sotto il personaggio seduto intento a disegnare (forse un autoritratto), sono schizzate, confuse con studi di occhi, una figura femminile alata e una maschile poste agli angoli superiori di due cornici. Entrambe reggono un drappo; viene alla mente la specchiera che Bernini disegnò nel 1656 per la regina Cristina di Svezia – oggi perduta ma nota attraverso un disegno conservato a Windsor nelle collezioni reali inglesi – al tempo di Piranesi ancora visibile in una delle stanze del cardinale Pietro Ottoboni nel palazzo della Cancelleria.

Il secondo disegno rappresenta un Capriccio architettonico. Un sipario aperto svela un rudere classico invaso dalla vegetazione. Emerge anche una creatura mostruosa simile a un drago. Documenta un Piranesi già indirizzato verso la spasmodica ricerca dell’antico, ma, come nei disegni veneziani della Morgan Library, ancora istintivamente Rocaille.


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