Giuseppe Maggiolini, Secrétaire, 1798 ca.
Fusto in legno di noce e abete intarsiato in palissandro, bois de rose, bosso, acero, acero tinto verde, pero, ciliegio, noce, ulivo e altri legni non correttamente identificabili. Cm 149x103x40
Già collezione Agostino Lurani
Bibliografia:
Mostra commemorativa di Giuseppe Maggiolini, catalogo della mostra (Milano, Museo di Milano, novembre / dicembre 1938), Milano 1938, p. 46, Tav. 37
G. Morazzoni, Il mobile intarsiato di Giuseppe Maggiolini, Milano 1953, Tav. XXX
G. Morazzoni, Il mobile neoclassico italiano, Milano 1955, Tav. CCCXIV
G. Beretti, Giuseppe e Carlo Francesco Maggiolini, l’officina del Neoclassicismo, Milano 1994, p. 199
Nel novembre del 1938 inaugurò a Milano, nelle sale di Palazzo Sormani, la prima mostra dedicata a Giuseppe Maggiolini: a duecento anni dalla sua nascita, la consacrazione in età moderna dell’Intarsiatore delle Loro Altezze Reali.
Tra gli oltre cento arredi esposti, per lo più provenienti da collezioni private, cinque appartengono alla tipologia del secrétaire, chiamati “stipi” nel catalogo dell’esposizione.
Al numero 80, corrispondente alla tavola 37, è un secrétaire allora di proprietà del nobiluomo milanese Agostino Lurani[1]. E’ un mobile ricco, caratterizzato da intarsi in legni chiari che spiccano su oscuri fondi di palissandro, tutti di bel disegno e ben documentati nel Fondo Maggiolini presso le Civiche Raccolte del Comune di Milano.
Sul fronte del mobile, l’anta superiore a calatoia ospita un grande medaglione entro il quale un fascio di spighe e un nastro arrotolato formano le lettere F N, unite da una serpe avviluppata. Maggiolini traduce fedelmente in tarsia un disegno di bella invenzione (Inv. B 112)[2] eseguito e firmato da Giuseppe Levati (1739-1828). Foglie d’acanto che si sviluppano rigogliose in ampie volute e mazzi di fiori racchiudono la riserva circolare. Si tratta di un motivo decorativo derivato, con alcune variazioni, da un secondo disegno (Inv. C 98)[3] anch’esso attribuibile a Levati.
Sulle ante dei due sportelli inferiori mensole centrate da mezzelune a vela sorreggono vasi ornati da festoni floreali i cui basamenti sono intrecciati alle code di due grifoni. Anche queste tarsie sono preparate in un bel disegno (Inv. B 576)[4], che non specifica i fiori, aggiunti come era consuetudine liberamente da Maggiolini.
Come il fronte, anche i fianchi sono ripartiti in due registri. Nei pannelli superiori vasi a due anse ornati da festoni floreali sono incorniciati da girali fogliacei. Si tratta ancora una volta della traduzione palmare di un disegno preparatorio (Inv. C 299)[5]. Delle tarsie eseguite sui pannelli inferiori, con motivi vegetali, non vi è invece traccia nell’intero fondo.
Sui pilastri trovano posto slanciate candelabre. Anfore, targhe, cornucopie sono intervallate da cespi d’acanto, motivi rinascimentali declinati secondo il nuovo gusto neoclassico. Anche queste tarsie derivano con assoluta precisione da un disegno presente nel Fondo (Inv. C 243)[6].
Non vanno poi dimenticati altri due disegni (Inv. A 380, A 408)[7], utilizzati da Maggiolini per le tarsie che decorano le traverse: quella superiore con girali fogliacei centrati da un’anfora e quella inferiore con una catena a maglie floreali.
Anche ai piedi Maggiolini pone particolare attenzione. Torniti a tronco di cono e scanalati presentano colletto e puntale intarsiati.
Si tratta di un mobile di particolare ricchezza, la cui messa a punto fu particolarmente accurata, come dimostrano i sette disegni preparatori, tutti di bella qualità, riconducibili a Giuseppe Levati. Uno di essi (Inv. C 299), utilizzato per le tarsie dei fianchi, reca l’iscrizione “Fian.co segret.re Alto / rico Cas. 98 8b”. E’ una precisa indicazione, che permette di collocare l’esecuzione del mobile nell’ottobre del 1798. Purtroppo non abbiamo notizie sul facoltoso committente, di cui conosciamo solo le iniziali F N.
[1] Mostra commemorativa di Giuseppe Maggiolini, catalogo della mostra (Milano, Museo di Milano, novembre / dicembre 1938), Milano 1938, p. 46, Tav. 37 [2] G. Beretti, A. Gonzáles-Palacios, Giuseppe Maggiolini. Catalogo ragionato dei disegni, Milano 2014, pp. 111-112 [3] Ibidem, pp. 270-271 [4] Ibidem, p. 203 [5] Ibidem, pp. 313-314 [6] Ibidem, p. 304 [7] Ibidem, pp. 80, 82