Una scrivania per il Conte Andreani

Scrivania Giuseppe Maggiolini

Bibliografia:
G. BerettiA. Gonzàlez-PalaciosGiuseppe Maggiolini, Catalogo ragionato dei disegni, Milano 2014, p. 286

Nel Fondo Maggiolini sono poco meno di una trentina i fogli con progetti per mobili veri e propri. Uno dei più interessanti, senza dubbio eseguito da un architetto e decoratore, riguarda una scrivania da centro (Inv. C 175)[1].
Il progetto, che riporta il piano, la facciata e il fianco, delinea un mobile probabilmente di grandi dimensioni dalla rigorosa impostazione squisitamente neoclassica. Entrambe le facciate sono fornite di tre cassetti per lato che racchiudono un vano centrale. Il piano è composto da uno scrittoio e da una scansia su tre lati, a modo di cartonnier o serre-papier.
L’eccezionalità di questo foglio non sta però nel progetto del mobile in sé, ma nella più minuta resa in dettaglio ad acquerello verde di tutte le tarsie a ornamento delle singole superfici.

Disegnatore della bottega di Giuseppe Maggiolini, Progetto di scrivania, 1790 ca. Grafite, penna e acquerello verde su carta bianca, mm. 430×248. Milano, Gabinetto dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano, Raccolta Maggiolini, Inv. C 175

La proposta del piano è divisa in due parti. A sinistra l’organizzazione strutturale della scrivania, con delineate le porzioni dedicate ai cassetti, al “sito per li piedi” come da iscrizione, e al vano frontale. A destra sono invece specificati il “piano da scrivere” e le cartelle lungo la superficie della scansia, tutte con ampi girali fogliacei pensati per essere tradotti in tarsie di legni policromi.
Uno accanto l’altro, nella porzione inferiore del progetto, sono poi fronte e fianco del mobile. Sui montanti corrono lunghi festoni di fiori legati a una galla. I legni da utilizzare per i cassetti sono resi mediante brevi pennellate a suggerire le marcate venature. Sulla fascia sottopiano come sui lati della scansia cartonnier si dipanano girali e intrecci fogliacei. Le cornici che dividono le sezioni del mobile creano un vero e proprio repertorio d’ornato. Sono però i disegni per le tarsie dei pannelli centrali del fronte e del fianco a caratterizzare dal punto di vista ornamentale il mobile. Sul vano centrale del fronte è un’allegoria con panoplie a racchiudere il caduceo alato di Mercurio, simboli di prosperità e buon governo; sul fianco è invece un trofeo con attributi della Geografia. Il globo terrestre, una mappa arrotolata e uno strumento scientifico di misurazione tra rami di ulivo sono del tutto simili all’invenzione che Giuseppe Levati eseguì per uno dei più bei disegni dell’intero Fondo (Inv. C 48)[2].
Il destinatario di questa importante commessa, il cui nome compare al verso del progetto, è un noto personaggio della Milano settecentesca: il Conte Paolo Andreani (1763-1823). Impressionato dall’impresa di volo dei fratelli Mongolfier, Andreani decise di replicare l’esperimento in patria. Grazie all’aiuto dei fratelli Gerli, il 25 febbraio 1784 tentò un primo volo presso i terreni della sua villa di Moncucco, per poi eseguirne uno alla presenza di un vasto pubblico il 13 marzo dello stesso anno. L’impresa riscosse successo e clamore, lo stesso Giuseppe Parini ne scrisse in due sonetti. Il conte Andreani divenne presto un espoloratore, alla scoperta del terre d’America. È senza dubbio in riferimento ai suoi interessi il trofeo con attributi della Geografia posto sul fianco della scrivania eseguita verosimilmente intorno agli anni Novanta del Settecento.
Questo mobile, capolavoro d’ornato a giudicare dal progetto, non fu però l’unico arredo commissionato dal conte Andreani all’Intarsiatore delle Loro Alteze Reali. Nel Fondo sono diversi i disegni che riportano il suo nome, tutti datati tra il 1789 e il 1799. Fra questi si conservano due fogli (Inv. B 256-257)[3], entrambi progetto di una medesima scrivania, a testimoniare forse l’interesse del conte per questa tipologia di arredo. L’impostazione è sempre la medesima anche se qui la scansia cartonnier è progettata a rullo. Si tratta di un mobile meno ricco del precedente, scompaiono gli ornati fogliacei e allegorici per lasciar spazio ad ampie campiture di radica.


[1] G. BerettiA. Gonzàlez-PalaciosGiuseppe Maggiolini, Catalogo ragionato dei disegni, Milano 2014, p. 286 [2] Ibidem, pp. 253-255 [3] Ibidem, pp. 146-147

0 replies on “Una scrivania per il Conte Andreani”